Alla lotta di Meloni contro gli hacker mancano due cose: soldi e coraggio

Il disegno di legge sulla cybersecurity è condivisibile ma va criticato per quello che non c’è più che per quello che c’è

Se c’è una cosa che cresce costantemente a doppia cifra in Italia sono gli attacchi informatici. E il 2023 è stato un anno record (in negativo), come ha appena certificato il rapporto annuale Clusit. Se l’anno scorso a livello globale l’incremento è stato dell’11%, in Italia l’aumento è stato del 65%. Tanto che l’Italia è risultata vittima dell’11% degli attacchi globali, contro il 7,6% del 2022 e il 3,4% del 2021.

Una escalation che non può che preoccupare visto anche che, oltre alla frequenza, è cresciuta la severità del cybercrime. Gli attacchi classificati come “critici” o “gravi” hanno rappresentato nel 2023 a livello globale oltre l’81% del totale (contro il 47% del 2019). Non deve dunque stupire l’importanza che il Governo attribuisce alla materia e che ha portato al varo nelle scorse settimane del disegno di legge di iniziativa dell’esecutivo recante “disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici”.

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