Chi c’era all’evento de La Scossa su bamboccioni e millennials.

Bamboccioni o millennials? E’ intorno a questa domanda che è ruotato il dibattito di ieri presso la sede di Civita – in piazza Venezia, a Roma – organizzato dall’associazione La Scossa.

All’appuntamento – moderato dal presidente del think thank Michelangelo Suigo – hanno partecipato la deputata Pd (e presidente del Intergruppo parlamentare Giovani) Anna Ascani, il direttore dell’Agenzia Nazionale Giovani Giacomo D’Arrigo, il manager del gruppo Atlantia e docente Luiss Francesco Delzio, l’amministratore delegato di SWG Adrio Maria De Carolis e il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Gay.

Spesso i ragazzi – i millennials – si sentono dire <<lascia perdere che è meglio>>. Con questa iniziativa proviamo a disegnare quale possa essere la scossa dei giovani“, ha commentato Suigo, che poi ha aggiunto: “Forse sarebbe meglio lasciarli fare (e magari anche sbagliare), dato che sanno trovare benissimo le motivazioni e le idee per intraprendere e costruire il proprio futuro”.

A dare il via al dibattito una ricerca condotta da Swg e illustrata da De Carolis. “A forza di parlare di giovani siamo diventati tutti vecchi. E non è solo una battuta“, ha commentato Delzio, a sottolineare la necessità, finora mai soddisfatta in Italia, di prevedere nuovi strumenti a favore della generazioni più giovani, anche con l’obiettivo di rimettere in moto l’ascensore sociale.

Viviamo un paradosso“, ha sottolineato invece Ascani, neppure trentenne: “Siamo il Parlamento più giovane della storia italiana e anche quello che viene percepito come meno rappresentativo dai giovani“. “E’ un problema di cui mi occupo ogni giorno”, ha proseguito.

I giovani non vanno trattati come panda. Il Paese – se vuole davvero investire sui giovani – deve cominciare a farlo invece di parlarne e basta“, ha sottolineato Gay. “Non vanno rinchiusi in un recinto, ma aiutati attraverso strumenti concreti“, gli ha fatto eco D’Arrigo, che anche sottolineato l’importanza in tal senso dell’Unione Europea: “Non quella della nomenclatura o della burocrazia, ma quella che investe miliardi su progetti come l’Erasmus Plus“. A tal proposito i fondi investiti complessivamente da Bruxelles ammontano a quasi 15 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2020.

Ecco gli scatti del Maestro Umberto Pizzi

(Foto di Umberto Pizzi/Riproduzione riservata)